Placche in gola

Le placche alla gola sono delle infiammazioni del cavo orale che si riconoscono per via della comparsa di vesciche dal colorito bianco-giallastro sulla mucosa che ricopre le tonsille, il palato, l’ugola e, spesso, anche nel retro della faringe, che si ricoprono di pus nella fase acuta dell’infezione.

Molto comuni nei bambini, le placche in gola possono comparire anche senza far salire la febbre, ma restano comunque molto fastidiose nella deglutizione e quando si ingerisce cibo o acqua. Nel caso di placche alla gola senza febbre e senza dolore, potrebbe accadere che la persona colpita non si accorga subito di averle ma, appena vengono riconosciute, bisogna subito informare il medico, il quale prescriverà un trattamento antibiotico. Prima si inizia il trattamento, prima guariscono le placche.

Cosa sono le placche in gola

Le placche in gola si formano nelle zone che compongono il cavo orale e, più precisamente, sulle tonsille. Questi organi linfoidi hanno il compito di difendere l’organismo producendo i globuli bianchi, essenziali per contrastare le infezioni. Se le tonsille si infiammano, cioè quando il corpo contrae la tonsillite, è molto comune la formazione delle placche alla gola sulle tonsille gonfie, anche se si possono avere le placche in gola senza tonsille, perché si depositano sulla faringe.

I soggetti più a rischio di contrarre le placche in gola sono i bambini, perché il loro sistema immunitario non è ancora abbastanza resistente e sviluppato, ma si manifestano anche negli adulti quando hanno un abbassamento delle difese immunitarie dovuto a varie circostanze. 

Generalmente, anche nei casi in cui l’infiammazione è più acuta, se si segue correttamente la terapia medica, le placche in gola guariscono entro una o due settimane, ma se il quadro clinico non dovesse migliorare, o se le recidive sono troppo frequenti, è necessario recarsi da uno specialista per altri accertamenti ed escludere patologie più gravi.

Trattandosi di un’infezione di tipo virale o batterica, le placche in gola sono molto contagiose. Tra gli agenti patogeni che causano questa infiammazione vi è lo streptococco: l’infezione da streptococco è anche la responsabile della psoriasi guttata, la forma di dermatite cronica autoimmune più comune tra adolescenti e bambini.

L’unico caso in cui le placche in gola non sono contagiose è quando sono causate da calcoli tonsillari.

Sintomi delle placche in gola

Oltre alla difficoltà a deglutire, che è il sintomo più comune, alle placche in gola sono associati dei sintomi più o meno differenti, in base al grado di infiammazione.

Se l’infiammazione è acuta, i sintomi sono:

  • mal di gola (faringodinia);
  • gola arrossata;
  • dolore durante la deglutizione (anche in prossimità dell’orecchio);
  • rigonfiamento e dolore intenso sulle ghiandole dell’angolo mandibolare e della parte laterale del collo;
  • febbre alta;
  • difficoltà a respirare.

Nel caso delle tonsille criptiche, cioè quando avviene un’alterazione alla struttura delle cripte tonsillari, la manifestazione clinica è priva di infiammazione e dolore, ma è riconoscibile per via di:

  • comparsa di placche bianche-giallognole;
  • alitosi;
  • talvolta tosse e congestione nasale.

Infine, se l’infiammazione è cronica, i sintomi sono già più blandi:

  • febbricola;
  • malessere generale;
  • dolori muscolari e mal di testa.
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Cause delle placche in gola

Come nel caso dei sintomi, anche nell’individuazione delle cause delle placche alla gola bisogna fare una distinzione in base ai quadri clinici.

Le cause dell’infiammazione acuta, sia negli adulti che nei bambini, possono essere:

  • virale: adenovirus, virus influenzali e parainfluenzali, ecc.;
  • batterica: streptococco beta emolitico di gruppo A, klebsiella pneumoniae, haemophilus influentiae, ecc.;
  • micotica: candida albicans, afte orali, candidosi orale (mughetto), ecc.

Le cause delle tonsille criptiche sono imputabili all’improvvisa incapacità di smaltire cellule morte e detriti da parte delle cavità delle tonsille dette cripte tonsillari. Quando ciò avviene, questo materiale di scarto si trasforma in placche e provoca l’alito cattivo.

L’infiammazione cronica attribuisce le cause del risveglio dallo stato di latenza agli sbalzi climatici, ad un eccessivo sforzo fisico e alla mononucleosi (la cosiddetta “malattia del bacio”).

Come curare le placche in gola

Per quanto riguarda la cura delle placche alla gola, esistono dei trattamenti differenti in base alla tipologia e alle cause che scatenano l’infezione.

La terapia per l’infiammazione acuta più consigliata dai medici è a base di:

  • antinfiammatori e antipiretici (meno indicati sono i corticosteroidi come il prednisone, il noto Deltacortene);
  • antibiotici e farmaci steroidei a base di cortisone se non si avvertono miglioramenti dopo i primi 3 giorni, soprattutto se l’origine delle placche è batterica: la cura antibiotica va seguita anche nel caso di placche in gola senza febbre. Se la natura dell’infezione è virale, però, ricorrere all’antipiretico o ad un antibiotico a base di azitromicina non risulterà efficace;
  • ulteriori cure ed esami prescritti dal medico se dopo 8-10 giorni di antibiotico non ci sono miglioramenti importanti.

Nel caso delle tonsille criptiche, poiché la sintomatologia non è dolorosa, non occorre intervenire con dei farmaci. Non è da escludere, però, che il medico consigli l’asportazione delle tonsille (tonsillectomia).

Per curare la fase cronica dell’infiammazione è essenziale rafforzare il sistema immunitario, magari anche sottoponendosi ai vaccini anticatarrali che limitano la comparsa delle placche infettive.

Rimedi per le placche in gola

I rimedi naturali più comuni per alleviare il fastidio delle placche in gola – ma non per curarle – sono i gargarismi con acqua calda e sale o succo di limone, con dei preparati a base di argento proteinato, ma anche tramite l’assunzione di prodotti a base di eucalipto, come sciroppi e caramelle, una pianta dalle proprietà antisettiche.

Infine, si consiglia alla persona che ha le placche in gola di mangiare cibi liquidi e caldi (brodi, passati e creme di verdura), frullati e succhi di frutta, cibi freschi (gelati, sorbetti e granite), yogurt, formaggi spalmabili e alimenti ricchi di probiotici, adatti a rafforzare il sistema immunitario.